Voci dalla Città

Si può rappresentare visivamente il rumore di una metropoli? È possibile isolarne al suo interno il suono di una voce umana? Si può in qualche modo registrare queste parole prima che esse vengano inghiottite nella più assordante cacofonia urbana? Che cosa dicono?
Da qualche parte nella città, tutti i giorni alla stessa ora, un uomo entra in una cabina telefonica, sgancia la cornetta e intraprende una lunga conversazione. Questo rituale m’affascina e decido dunque di fotografarlo. A causa del rumore che gli sta tutt’intorno, non mi giunge dalla cabina nessuna sua parola. Al suo interno però cominciano a prendere forma quelle che sembrano esserne le incomprensibili lettere, si cristallizzano e s’accumulano, per poi sovrapporsi ed ammassarsi in uno spazio che diventa sempre più saturo.
Sono parole indecifrabili mescolate al rumore dell’incessante movimento urbano, che l’apparecchio fotografico riesce però a registrare.
Ripercorrendo l’intera serie, scopro che l’uomo al telefono non compone mai nessun numero. I suoi dialoghi sono dunque con un interlocutore immaginario, sono dei monologhi. Queste immagini diventano allora il riflesso di un’esistenza all’interno della grande città, gli echi della sua solitudine e della sua alienazione.
Decido allora di smettere di fotografare l’uomo ed il suo rituale, ma continuo però a fotografare la cabina telefonica senza presenza umana.
Ora sembra esser piena di tutte le parole che desideravo isolare dal rumore di fondo della città. Mi sembra infine di riuscire a sentirle. Sempre più simili ad un grido.

Le seguenti fotografie fanno parte di una selezione proveniente dal progetto “Voix de ville” realizzato a Parigi durante il 2011-2012.

Tutte le fotografie presenti in questa sezione sono protette dai diritti d’autore.